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The Hawt Show II

Exposición / Borgo Colle Melone / - / Atina, Lazio, Italia
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Cuándo:
20 jun de 2020 - 30 sep de 2020

Inauguración:
20 jun de 2020 / 17:00

Precio:
Entrada gratuita

Organizada por:
Rolando Anselmi

Artistas participantes:
Ambra Castagnetti, Andrea de Stefani, Blair Whiteford, Evan Halter, Gianni Di Rosa, Giulio Scalisi, Guendalina Cerruti, Guglielmo Castelli, Ian Waelder, Jodie Carey, Li Gang, Maddalena Tesser, Nicole Wittenberg, Sofia Silva, Vincenzo Schillaci

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Descripción de la Exposición

The Hawt Show II Jodie Carey, Ambra Castagnetti, Guglielmo Castelli, Guendalina Cerruti, Andrea De Stefani, Gianni Di Rosa, Li Gang, Evan Halter, Giulio Scalisi, Vincenzo Schillaci, Sofia Silva, Maddalena Tesser, Ian Waelder, Blair Whiteford, Nicole Wittenberg outdoor project at Borgo Colle Melone Atina, 20.06.2020 - 30.09.2020 La Galleria Rolando Anselmi è lieta di annunciare il secondo capitolo di The Hawt Show. Ripercorrendo le impronte della prima edizione del 2016, il nuovo progetto outdoor avrà luogo nella campagna romana, in uno spazio espositivo atipico in alternativa alle comuni reti di presentazione artistica. Immersa nella natura spettacolare del Parco Nazionale d’Abruzzo, la particolare proprietà di campagna offre una preziosa ambientazione alle numerose opere in mostra, incoraggiate a dialogare con l’unicità dell’ambiente. Coinvolgendo una selezione di giovani artisti a livello internazionale, il progetto nella sua complessità rappresenta un grande impegno per la galleria, con l'obiettivo di fornire una piattaforma di sperimentazione a una pluralità di pratiche e prospettive. The Hawt Show mira dunque a saggiare le coordinate vaste e articolate degli sviluppi artistici contemporanei, in cui ogni definizione, circoscrizione di campo o formulazione assiomatica è inevitabilmente contraddetta e continuamente superata dalla costante evoluzione di linguaggi, forme espressive e dispositivi. The Hawt Show II abbraccia queste difficoltà definitorie, creando un’intersezione tra le diverse sensibilità e offrendo un panorama ampio ed eterogeneo degli orientamenti contemporanei. Gli artisti coinvolti fanno delle pratiche estetiche il luogo per la costante elaborazione dei parametri e dei concetti tradizionali dell’indagine artistica. Pertanto, coinvolgendo discipline e media differenti - pittura, scultura, installazione, fotografia, video - the Hawt Show giunge a costituirsi come un’area di ricerca e sperimentazione, attivando e aggiornando alcune delle questioni centrali nel dibattito artistico contemporaneo: la mutazione dei dispositivi e delle pratiche mediali, le declinazioni della dialettica tra la sfera estetica e la sfera quotidiana, tra spazio interiore e spazio fisico. Si delinea, nell'eterogeneità dei lavori esposti, una tensione dell'arte a intervenire nella vita per sviluppare strategie di organizzazione e attribuzione di senso alla realtà, aprendosi al rapporto con l'alterità e alla costituzione della sfera intersoggettiva, ritrovando valori auratici, personalizzati, emotivi o simbolici. Jodie Carey (b. 1981, Battle, England); Ambra Castagnetti (b. 1993, Genova, Italy); Guglielmo Castelli (b. 1987, Turin, Italy); Guendalina Cerruti (b. 1992, Milan, Italy); Andrea De Stefani (b. 1982, Arzignano, Italy); Gianni Di Rosa (b. 1984, Modica, Italy); Li Gang (b. 1986, Dali Yunnan Province, China); Evan Halter (b. 1990, Cincinnati, Ohio, US); Giulio Scalisi (b. 1992, Salemi, Italy); Vincenzo Schillaci (b. 1984, Palermo, Italy); Sofia Silva (b. 1990, Padova, Italy); Maddalena Tesser (b. 1992, Vittorio Veneto, Italy); Ian Waelder (b. 1993, Madrid, Spain); Blair Whiteford (b. 1990, Katonah, New York, US); Nicole Wittenberg (b. 1979, San Francisco, California, US) Esemplare è in questo senso la ricerca pittorica di Guglielmo Castelli, il cui lavoro sfida i labili confini del sé, resistendo a una nozione troppo rigorosa di interiorità ed esteriorità. Sovvertendo la logica che governa il mondo fisico, Castelli mette in scena una collisione e interpenetrazione tra soggetto e oggetto, i cui elementi sono sottoposti a vari processi di liquefazione e disfacimento. Metamorfiche sono anche le operazioni svolte da Blair Whiteford, che popola le sue tele con figure surreali e frammentate, che risuonano con resoconti futuristici. All’interno dell’universo anatomo-macchinico dei personaggi di Whiteford, frammenti di corpi e architetture urbane si fondono gli uni con gli altri, evocando la perturbante vitalità dei paesaggi mentali. Nel suo processo di mediazione tra definizione e dissoluzione del piano pittorico, Nicole Wittenberg rivolge il suo Grey Day al paesaggio naturale. Il disegno pastello dello scenario marino, utilizzato come soggetto pittorico, interpreta la grandezza e l'intimità del mondo naturale, agendo allo stesso tempo come specchio del sé interiore. Per Maddalena Tesser, questa dinamica investe l'identità femminile, coinvolgendo la sfera emotiva e affettiva. Sospese in atmosfere sognanti e idealistiche, le figure femminili che popolano Le Fue, Amor e Untitled, forse doppi dell'artista stessa, svelano un mondo consacrato ai miti e alle favole d’infanzia. I personaggi di Gianni Di Rosa portano il peso dell'indagine esistenziale ed esprimono la volontà di creare una dicotomia tra la realtà presente e i desideri del passato. Il paesaggio mentale della memoria è materializzato e mostrato nella sua presenza schiacciante, esplorando uno spazio ipotetico sospeso tra il mondo fisico e lo scenario interiore. Lo stesso elemento della memoria è indirizzato, nel lavoro di Evan Halter, al nostro passato storico, attraverso il recupero delle icone dalla storia dell’arte, confrontandole però con l’odierna visualizzazione informatica. In A small gesture (After Jan Van Eyck) e Release (After Fra Angelico), le opere di riferimento vengono ritagliate e frammentate, comportando un certo grado di trasposizione e variazione di scala, coltivando l’ossimoro tra un disinvolto citazionismo e l’utilizzo di superfici altamente renderizzate. Diversamente, i tre lavori appartenenti alla serie Meteo Beauty di Sofia Silva, si muovono nel regno dell’indovinello e del rebus, variando sul tema del gamin o monello. Il linguaggio formale sviluppato dall’artista, così come il suo approccio ai materiali e ai processi, è svincolato da ogni illusione, tecnicismo e luogo comune. Evadere il piano, occupare la terza dimensione pur rimanendo nell’ambito di una pittura-oggetto, è la strategia di Guendalina Cerruti, che, attraverso l'uso di colori acrilici e asciugamani piegati, si avvicina alla dimensione domestica e familiare. Profondamente psicologico, Ritratto Abete manifesta la propria densità semantica traducendo comportamenti e temperamenti umani in linguaggio visivo. Cerruti mostra particolare attenzione agli aspetti narrativi dei materiali e al modo in cui si combinano creando contrasti o convergenze, fornendo un'analogia con le modalità di presentazione del sé. Similmente, mettendo in discussione gli attuali codici di rappresentazione, Vincenzo Schillaci inscena i meccanismi attraverso i quali l'immagine si costruisce all'interno della coscienza e della memoria. Attraverso la sovrapposizione di strati che investono la temporalità, le sue opere materializzano il passato che incalza costantemente sul presente nella costruzione dell’identità. I lavori di Ian Waelder hanno una forte carica vitale. La sua pratica lo spinge a cercare negli oggetti tracce di esperienza, di casualità e memoria. La superficie di ciò che incontra smette perciò di descrivere le cose in sé, caricandosi di valori auratici e di fenomeni di sottile poeticità. Nella serie fotografica Elegy, Jodie Carey invoca temi di memoria, tempo, perdita e morte. Fortemente malinconiche e simboliche, queste opere derivano da una serie di negativi su lastra di vetro prodotti negli anni '20, ristampati e riappropriati dall'artista. La temporalità espressa da queste fotografie è quella di un'esistenza al passato: nel senso compreso da Barthes, queste delicate immagini sono la registrazione della perdita, catturando il nostro desiderio incontrollabile di preservare la vita. C’è una forma di nostalgia insita nella tecnica stessa utilizzata da Carey, che recupera obsolete procedure fotochimiche. Il riflesso speculare di origine fotochimica è sostituito dal tessuto artificiale dei pixel in Diminuendo in Blue di Andrea De Stefani, che fa della sua ricerca il risultato peculiare dell'incontro tra natura e agenzia antropica. Il processo di formazione delle immagini è governato dal suo atteggiamento a registrare e alterare i dati sensibili e le forme residue incorporate dal mondo naturale come indicatori del passaggio umano. Ancora di natura ossimorica sono le serie Desserts e Skin Colour di Li Gang, che comprende la pratica artistica come veicolo per trasmettere le sue risposte uniche e personali alla realtà. La notevole tensione produttiva connaturata nel suo lavoro, nasce solitamente dalla combinazione di materiali o concetti in opposizione: il sintetico e l'organico, il mondano e il sublime, spesso caricati di risonanze visive e culturali. Le sculture Sleepy Saint e Deer II di Ambra Castagnetti nascono dal continuo processo di indagine legato ai meccanismi di percezione e visualizzazione del sensibile. Le sue sagome lucenti, spesso tratte dal mondo animale e naturale, hanno il sapore archetipico di un mondo primitivo e sembrano bruciate da una luce senza tempo, incoraggiando e tuttavia eludendo l'apertura al loro raggiungimento. Infine, unico video in mostra, Dalle stelle alle cellule di Giulio Scalisi volge lo sguardo alle ipotesi teoriche che propongono, alla base del nostro sistema di conoscenza, un rapporto di continuità e ibridazione tra occhio reale e virtuale. La dimensione tecnologica, incarnata in questo caso dal microscopio e dal telescopio, diventa così elemento chiave delle pratiche di mediazione, lettura, interpretazione e riscrittura della realtà.


Entrada actualizada el el 04 sep de 2020

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