Descripción de la Exposición
Oggi Cuba più che da raccontare è da osservare.
Un insieme di elementi compositi si intrecciano nella storia e nell'identità cubana, l'"isla" più grande dei Caraibi, che arriva dall'impastarsi storico e genetico di popoli e di culture dall'Africa, dagli Stati Uniti, dall'Europa. Genti autoctone, come i Tainos, schiavitù africane, colonizzatori europei; negli anni Cinquanta, con Fidel Castro, si concretizza il sogno della rivoluzione e di una società egualitaria con il mito di Che Guevara e dell'Uomo Nuovo.
Mai, come in questi cinquant'anni, Cuba ha rappresentato la perfetta metafora dell'isola, un pezzo di terra, di mare e di cielo che sognava la libertà, che sognava di correre libera, come i leoni nella savana. Un anelito che è stato un ruggito continuo e che connota la natura cubana.
Questo mondo complesso, stratificato e difficilmente riassumibile in una definizione, sta vivendo una situazione dinamica di evoluzione e mutamento. La ripresa dei rapporti con gli Stati Uniti, grazie anche all'interessamento di Papa Francesco, farà continuare un percorso che già era stato avviato da alcuni anni: una nuova via si è aperta, tutta ancora da costruire e indefinita.
Attraverso l'opera di un gruppo di artisti si può provare ad aprire uno sguardo su quella che è l'identità cubana degli ultimi decenni, in cui passato e futuro si collocano come estensioni concrete e possibili del presente, tra radici e prospettive.
Opere che sono pittura, installazione, performance, matrici per incisioni, video, fotografia. Opere che trovano un punto comune nel loro essere connaturate all'idea d'ibridazione, a livello sia concettuale sia materiale.
Un racconto espositivo che prende il nome giocando con la frase con cui Hemingway chiudeva il suo romanzo Il vecchio e il mare, nel 1952, scritto, e ambientato, proprio a Cuba.
Questo vecchio, fatto di mare ma che sogna animali di terre bollenti e polverose, con zampe e artigli come fossero pinne, impastati di Africa e sole, è una metafora di Cuba. Era Cuba, per Hemingway.
La mostra è un'evoluzione del progetto espositivo, La Tercera Orilla (la terza riva), presentato a Valencia l'anno scorso, in collaborazione tra la galleria Kir Royal, il Politecnico di Valencia e la Facoltà di Belle Arti di Sant Carles.
Si tratta di una collettiva di artisti con un focus che parte dagli anni Novanta per arrivare a oggi, appartenenti a generazioni differenti, alcuni con un percorso affermato altri, invece, giovani. Un decennio che fa da base come arrivo e partenza. Testimoniano senza didascalismi e con presenza poetica una comunità artistica dall'altalenante rapporto con le istituzioni e il mondo esterno, così come con la tradizione, che ha visto momenti di grande dibattito e vitalità succedere ad altri di silenzio e chiusura, fenomeni di organizzazione autonoma ad altri di dialogo e sostegno da parte del governo. Ma anche diaspore. E ritorni.
La mostra arriva adesso ad Ameno, nello Spazio Museale di Palazzo Tornielli, arricchita di altri nomi e opere, che ampliano lo sguardo nel tempo e nello spazio rispetto alla scena artistica cubana attuale, con figure storiche di riferimento.
Fa parte del progetto una residenza dell'artista cubano Lazaro Navarrete.
Espongono: Wilber Aguilera, Glauber Ballestrero, José Bedia, Los Carpinteros, Alexis Esquivel, René Francisco, Félix Gonzalez- Torres, Kcho, Glenda León, Carlos Martel, Ana Mendieta, Lazaro Navarrete, Osmeivy Ortega, Eduardo Ponjuan, Carlos Quintana, Guibert Rosales, Leonardo Salgado.
Exposición. 31 oct de 2024 - 09 feb de 2025 / Artium - Centro Museo Vasco de Arte Contemporáneo / Vitoria-Gasteiz, Álava, España