Descripción de la Exposición
Dear you, a cura di Caterina Molteni, nasce da una riflessione sui confini e sulle potenzialità dello spazio intimo.
Considerando le attuali condizioni di semi-isolamento a cui la popolazione mondiale è costretta, il progetto intende osservare l'intimità non solo come sofferta solitudine, ma come luogo di una possibile e vitale autodeterminazione.
La mostra si struttura tramite sei interventi di artisti internazionali la cui pratica è fortemente legata alla poesia, alla scrittura e alla performance, utilizzando la corrispondenza postale come forma di comunicazione e di ricezione dell’opera.
Concepite come poesie, brevi racconti, istruzioni per atti performativi e come dispositivi relazionali, le opere in forma di lettera dialogano con la dimensione creatrice del linguaggio, guardando alla lettura come una esperienza trasformativa. Allo stesso tempo, le artiste e gli artisti riflettono su temi di fondamentale rilevanza nella nostra contemporaneità come la perdita di contatto fisico e le relative ripercussioni sulla vita emotiva, l’indebolimento della vita sociale condivisa, e la necessità di creare nuove strategie di relazione e di cura al di là dell’esperienza digitale.
Dear you richiama espressamente la corrispondenza amorosa per accentuare il forte intimismo innescato dalla ricezione di una lettera. In particolare si vuole sottolineare come la corrispondenza postale sia capace di alimentare dinamiche di cura grazie alla capacità di trasformare una voce lontana in qualcosa di tangibile e prossimo.
Il progetto permette inoltre la comunicazione e fruizione di opere d’arte fisiche oltre i confini geografici nazionali oggi bloccati e fortemente regolamentati dalle restrizioni imposte dalla pandemia globale, favorendo così lo scambio di idee e di gesti di attenzione.
Dear you vede la partecipazione di Hamja Ahsan (London, 1981), Giulia Crispiani (Ancona, 1986), Dora García (Valladolid, 1965), Allison Grimaldi Donahue (Middletown, 1984), Ingo Niermann (Bielefeld, 1969) e David Horvitz (Los Angeles, 1982).
Identità visiva del progetto: Mattia Pajè.